dipendente:“dopo 30 anni incasserò così poco? e se la mia azienda fallisse?”
consulente: “quello che vedi è il valore lordo ma puoi avere un rendimento migliore e risparmiare sulla tassazione ”
dipendente: “in che modo?”
consulente: “in questo modo: "allora….
Esistono molte possibilità per crearsi una pensione complementare. Una di queste è tramite il TFR, ovvero il Trattamento di Fine Rapporto. Non è sufficiente da solo, ma è un buon inizio, se sai come farlo.
I lavoratori che hanno diritto al TFR sono i lavoratori dipendenti, del settore privato e del settore pubblico.
In questo articolo parlerò solo del TFR per i lavoratori dipendenti del settore privato.
Se sei un dipendente pubblico il tuo TFR è accantonato automaticamente in un fondo pensione di categoria, spesso allocato nel comparto “sbagliato”, o non efficiente per la tua situazione,..ma di questo parlerò in un altro articolo.
Cos’è il TFR?
Il trattamento di fine rapporto non è altro che una piccola quota del tuo stipendio trattenuta dal datore di lavoro e che ti verrà restituita alla fine del rapporto di lavoro. E’ una retribuzione differita. Questa quota si calcola dividendo il tuo stipendio lordo per 13,5. Per esempio, se hai uno stipendio lordo di 30 mila euro la quota annuale del tuo TFR è 2200,00 euro.
Ci sono varie soluzioni per accantonare il TFR, le 2 più utilizzate dai lavoratori sono:
- lasciarlo in azienda, se questa ha meno di 50 dipendenti
- trasferirlo nel fondo pensione individuale/personale
Che differenze ci sono tra una soluzione e l’altra?
Analizziamo i vantaggi e gli svantaggi
Soluzione 1: lasciarlo in azienda
Non devi preoccuparti di nulla, ogni mese ricevi lo stipendio e il tuo datore di lavoro accantonerà in modo "figurativo" il tuo TFR. Fisicamente, l’azienda non metterà via dei soldi al posto tuo. Sarebbe importante che lo facesse perché il giorno in cui andrai in pensione, ti licenzierai o interromperai il rapporto di lavoro, il datore di lavoro dovrà restituirti i tuoi soldi, e se li avrà accantonati sarà piu' facile restituirteli.
VANTAGGI:
- non devi fare nessuna scelta, firmi il contratto, inizi a lavorare, prendi lo stipendio e il tuo TFR lo gestisce il tuo datore di lavoro.
- se perdi il lavoro ti viene liquidato il corrispettivo del tuo TFR sul conto corrente al netto delle imposte.
SVANTAGGI:
- se l’azienda per la quale lavori fallisse, il TFR che pensavi di aver accumulato potresti avere qualche difficoltà ad incassarlo, in tutto o in parte.
- rivalutazione: ogni anno il TFR si rivaluta dell’1,5% più il 50% del tasso di inflazione. Negli ultimi 10 anni il TFR lasciato in azienda si è rivalutato molto meno rispetto a qualsiasi fondo pensione.
- tassazione: Il TFR nel momento in cui dovrai riscattarlo subirà una tassazione più alta rispetto al fondo pensione.
Soluzione 2: trasferirlo in un fondo pensione aperto ( FPA )
Di tua iniziativa devi aprire il tuo fondo pensione, che sarà il contenitore dove periodicamente, ( ogni mese, trimestre o semestre ) il tuo datore di lavoro verserà la tua quota di TFR maturata.
VANTAGGI:
- il fondo pensione non può fallire, a differenza delle aziende
- rivalutazione: nel lungo periodo più alta rispetto al TFR lasciato in azienda
- puoi tenere sotto controllo tutti i versamenti e sapere all’istante se ti è stato versato o meno il TFR
- tassazione fino al minimo del 9% al momento del riscatto
SVANTAGGI:
- se dovessi perdere il lavoro o licenziarti il TFR non ti verrà riconosciuto immediatamente, ma solo dopo 12/24 mesi
- per legge, per i primi 8 anni, non puoi utilizzare i soldi accantonati del TFR, a meno che tu non perda il lavoro o ti servano per gravi motivi di salute. Dopo 8 anni potrai chiedere anticipi fino al 75% per alcune finalità e fino al 30% per qualsiasi esigenza.
Quale fondo pensione scegliere?
Esistono varie tipologie di fondi pensione ma, in questo caso specifico, i lavoratori dipendenti del settore privato possono aderire a queste 2 tipologie:
- Fondo pensione aperto
- PIP ( piano integrativo di previdenza )
Io consiglio sempre il FONDO PENSIONE APERTO rispetto al PIP per 2 ragioni:
- Rendimento maggiore ( vedi foto sotto )
- Costi contenuti: i PIP sono strumenti assicurativi con lo stesso obiettivo dei fondi pensione ma con costi di ingresso e di gestione elevati.
Può sembrare indifferente pagare l’1% o il 2% in più ogni anno ( per un versamento annuo di 3 mila euro sono 30/60 euro ), ma per ogni punto percentuale pagato in più, dopo 35 anni di adesione al fondo pensione, si ottiene circa il 18% in meno di rendimento.
La variabile dei costi, per i fondi pensione, ha un peso specifico enorme. Se non sei soddisfatto del tuo fondo pensione puoi, in qualsiasi momento, trasferirlo in un altro ( a patto che siano passati almeno 2 anni dalla sottoscrizione ).
Se non hai sottoscritto ancora un fondo pensione o non hai ancora aderito tramite il tuo TFR, fallo il prima possibile.
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi maggiori informazioni contattaci compilando il modulo a questo link. Ti aiuteremo a capire che tipo di fondo pensione hai sottoscritto e come puoi migliorare la tua situazione previdenziale.
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