Avevo scritto un pezzo nelle settimane scorse che avrei pubblicato ad aprile, in occasione della ricorrenza dei 20 anni dalla caduta dei mercato conseguente allo scoppio della Bolla Internet dell'aprile 2000.
L’emergenza “Corona Virus”, però, mi ha convinto a pubblicarlo subito.
Ti racconto una storia, che è anche la mia storia di consulente finanziario e di investitore.
Aprile 2000: dopo oltre 5 anni di rialzi, la borsa americana e le altre borse mondiali raggiunsero livelli elevatissimi. I media non parlavano che di rialzo delle borse.
Nei bar, nelle piazze le persone parlavano di azioni come oggi si parla di calcio e virus.
All’improvviso tutti esperti di New Economy: Internet avrebbe cambiato il mondo, le aziende avrebbero registrato utili meravigliosi per sempre e le borse avrebbero festeggiato con rialzi poderosi.
Una classica bolla speculativa si era gonfiata!
L’indice americano Nasdaq, quello relativo ai titoli tecnologici, aveva raggiunto e superato i 5000 punti, triplicando il proprio valore in 3 anni.
Nel 2000, io ero già un consulente finanziario, mi occupavo di mercati e di investimenti dal 1993. Avevo vissuto il rialzo degli anni ’90, l'apertura dei mercati internazionali, la discesa dei tassi di interesse, l’impressionante crescita delle azioni tecnologiche, il boom dei telefoni cellulari e molto altro.
I mercati, per quanto ne sapevo io, salivano sempre, con qualche momento di pausa con leggere discese ma poi riprendevano a salire. Insomma, una vera pacchia!
Chi ebbe la possibilità di investire in azioni in quel tempo riuscì ad ottenere risultati sensazionali, peccato che fino alla fine del 1999 furono veramente in pochi ad approfittarne.
Di lì a poco sarebbe successo ciò che avrebbe segnato le nostre percezioni, sì anche la mia lo ammetto, rispetto ai mercati azionari: la bolla Internet scoppiò!!!
I mercati iniziarono una discesa inarrestabile, i risparmiatori che erano stati ottimisti e si ritenevano esperti di azioni fino a poco prima, erano nel panico.
Nel settembre 2001 arrivò il più devastante atto terroristico che il mondo occidentale avesse mai subito: l'attentato alle Torri Gemelle.
Da quel giorno il mondo è cambiato, anche sui mercati.
Per un altro anno e mezzo, fino a Marzo 2003, le azioni scesero scesero e scesero ininterrottamente.
Il mondo non sarebbe più stato come prima, le economie sarebbero entrate in una fase recessiva lunghissima e durissima.
L’occidente avrebbe ridotto in maniera irreversibile i propri consumi, la paura degli attacchi terroristici avrebbe essa stessa distrutto l'occidente, prima ancora degli attentati stessi.
A marzo del 2003 l'indice Nasdaq valeva meno di 1500 punti. Aveva bruciato ( questo verbo bruciare è molto amato dalla stampa ) oltre due terzi del proprio valore, i portafogli dei risparmiatori che avevano creduto alla new economy, alla digital economy, registravano pesanti perdite e gli investitori si sentivano distrutti e molto più poveri.
Questo era il clima che si respirava in quel 2003:
- guerra in Afghanistan contro i Talebani
- inizio della guerra in Iraq.
Quali prospettive potevano mai esserci per i mercati finanziari per gli anni successivi?
Dal 2003 al 2007 le azioni recuperarono tutto quanto avevano perso, ad eccezione dell'indice Nasdaq che recupero' molto ma meno della metà di quanto aveva perso.
Le altre borse, compreso quella italiana, tornarono su livelli prossimi ai massimi del 2000, in soli 4 anni.
Tutto sembrava superato, ma un'altra crisi si presentò a fine 2007 inizio 2008.
Fu il tempo della crisi “Subprime” americana.
Le banche furono trascinate nella disperazione dal crollo dei prezzi immobiliari che resero praticamente insostenibili una grandissima fetta di mutui che i debitori non riuscivano più ad onorare.
Nel 2008 il governo americano decise di non sostenere la Banca Lehman Brothers in forti difficoltà a causa di una spregiudicata politica di investimento. La banca fallì!
Il mondo finanziario cadde di nuovo nel panico e il sistema bancario si scoprì debolissimo ed esposto a rischi grandissimi. Le azioni scesero e scesero tantissimo, fino a marzo 2009, quando toccarono di nuovo i livelli di marzo 2003.
Questa volta, si pensò, è davvero finita!
Se anche le banche falliscono, non c'è più niente da fare. Era tutto un bluff, le azioni erano state gonfiate da previsioni strampalate.
Questi due eventi tremendi, il crollo del 2000/2003, e quello del 2007/2009, sono stati due dei tre più profondi cali delle borse degli ultimi 100 anni. Il terzo crollo si verifico' in conseguenza della crisi del 1929.
Ecco spiegata la nostra resistenza all'investimento in azioni. Se non avessimo, sia noi consulenti finanziari che i risparmiatori, vissuto questi due crolli epocali ad una distanza così ravvicinata tra loro, probabilmente negli ultimi anni avremmo sfruttato a dovere la grande, grandissima opportunità a cui noi addetti ai lavori abbiamo assistito senza coglierla a pieno.
Dal 2009 si è verificato un rialzo delle borse impressionante che è durato fino ad oggi, alla settimana scorsa, quando il Corona Virus è sbarcato in Europa, in Italia.
Infatti, anche il famigerato indice Nasdaq, quello che aveva distrutto i portafogli e la fiducia di migliaia di risparmiatori, quello che a marzo del 2009 aveva il valore di circa 1500 punti, oggi, anche dopo la discesa post corona virus, vale oltre 8500 punti, quasi sei volte di più di 11 anni fa.
Ma il tarlo che mi gira in testa da molto tempo, è questo: l’investitore più incauto e impreparato e seguito da un consulente maldestro e anch'esso impreparato, che avesse investito i suoi 10 mila euro a Marzo del 2000, nell'indice Nasdaq, in piena bolla speculativa, se non si fosse spaventato, se avesse tenuto fede, oggi avrebbe comunque un patrimonio del valore di 18000 euro, l' 80% in più di quanto aveva investito 20 anni fa.
Incredibile ma vero!
Quale risultato avrebbe ottenuto l'investitore che avesse investito sull'indice NASDAQ a marzo del 2003 o a marzo del 2009, quando l'indice quotava 1500 punti?
Avrebbe moltiplicato per 6 volte il proprio patrimonio, 10 mila euro sarebbero oggi 60 mila euro! Un risultato impressionante, senza fare niente, proprio niente, semplicemente aspettando e restando investito.
Incredibile ma vero! Prova a controllare.
Ecco, questo il mio cruccio: troppi investitori, veramente troppi, non hanno ancora compreso la grande potenza dei mercati azionari. Sono convinti che per guadagnare con le borse si debba acquistare poi vendere poi acquistare di nuovo eccetera, lucrando piccole differenze nel breve termine.
Quando è dimostrato che per approfittare del progresso tecnologico della crescita delle economie, della crescita dello sviluppo delle economie emergenti e del miglioramento costante inesorabile del tenore di vita medio nel nostro pianeta è sufficiente acquistare, magari in più riprese nel tempo, una buona dose di strumenti AZIONARI ben diversificati e basta.
Non dovremo fare niente, solamente aspettare e mantenerli in portafoglio per lungo tempo, 5, 7, 10 anni e forse anche più in qualche occasione.
Questo è ciò che è accaduto negli ultimi venti anni, nei quali si sono comunque verificate due delle tre più rovinose crisi per i mercati azionari.
Come andranno i mercati nei prossimi anni? Vuoi aspettare ancora 20 anni prima di investire in azioni?
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