[ ARTICOLO PUBBLICATO NELLA NOSTRA RUBRICA MENSILE "SOLDI A PARTE" SUL QUOTIDIANO ONLINE AOSTASERA.IT ]
Ci sono cose che per l'uomo sono naturali, una di queste è correre.
Correre è naturale.
L'uomo corre da quando è su questa terra. Forse adesso ha perso l'abitudine però l'atto della corsa è una cosa sicuramente innata.
L’ho visto io con mio figlio, appena ha potuto ha iniziato a correre senza che nessuno glielo insegnasse. A dicembre compirà 4 anni, il che significa che inizierà anche la sua autonomia finanziaria e saranno tutti…fatti suoi.
Non proprio dai…spero di avvicinarlo al valore del risparmio perché a differenza della corsa, il risparmio non è affatto un gesto naturale.
Insegnare ai figli il modo in cui il denaro può essere guadagnato, speso, risparmiato o donato credo che abbia la stessa importanza di insegnare a leggere o ad andare in bicicletta.
I ragazzi devono sapere che il denaro non è né bello né brutto, né buono né cattivo, è solo un mezzo di scambio.
Risparmiare è un processo che va costruito in famiglia, a scuola e poi per tutta la vita.
Purtroppo non è così.
Le famiglie si trovano ad affrontare 3 grandi problemi:
- Creare scarsità - differire gli acquisti
- Parlare di soldi è ancora un tabù
- Il 75% degli adulti è finanziariamente analfabeta anche se sovrastimano le proprie conoscenze ( effetto Dunning Kruger) .
La scuola non è messa meglio, non esiste in nessun istituto un programma scolastico che affronti questi temi.
Quindi, la responsabilità ricade sui genitori i quali ricoprono ancora una volta un ruolo fondamentale.
Insegnare ai figli l'importanza del risparmio, la differenza tra bisogni e desideri non è un compito facile però sarà una delle lezioni di vita più gratificanti che possiamo fare. Lo sforzo iniziale richiesto sarà importante ma i benefici che ne deriveranno saranno infiniti.
Non possiamo pretendere che i figli imparino da soli i meccanismi, anche psicologici, che ruotano attorno al denaro.
Il denaro deve essere un alleato nella vita dei nostri figli, non un nemico da cui dipendere; se utilizzato in modo sbagliato o concepito come un fine e non come un mezzo può essere molto pericoloso.
L’obiettivo delle famiglie deve essere quello di aiutare i figli a raggiungere l’autonomia finanziaria attraverso l’uso della “paghetta”.
Questo strumento serve ad assumersi le proprie responsabilità e ad imparare ad essere previdenti nei confronti del futuro ma, deve avere regole ben precise:
- Stessa cadenza settimanale o mensile: scegliete un giorno e rispettatelo
- Stesso importo: non troppo e non troppo poco
- Nessuna aggiunta gratuita: vietate le mazzette sottobanco
- Non interrompere mai: dovete creare un’abitudine
- Integrazioni: solo per piccoli lavori domestici o per premiare voti alti a scuola
Per capire come e quando avvicinare i figli al mondo del risparmio ho individuato queste 3 fasi:
- età prescolare e scuole elementari
- scuole medie
- scuole superiori
Fase 1 - età prescolare e scuole elementari
Obiettivo: insegnare il valore dell’attesa
L’alfabetizzazione finanziaria deve iniziare in giovanissima età basta che non sfoci nella noia più totale.
Il denaro deve essere un gioco, insegnando ai figli a riconoscere le diverse monete, accumularle in un barattolo possibilmente trasparente in modo tale che il bambino possa vedere crescere i propri risparmi.
In un secondo momento si può introdurre la classica “paghetta settimanale” di un importo che verrà stabilito dai genitori in base a vari fattori. Il bambino inizierà a prendere confidenza con il primo principio del risparmio: quello che non può comprare in una settimana di paghetta lo potrà fare accantonando altre due o tre paghette settimanali.
Fase 2 - scuole medie
Obiettivo: il valore del risparmio
La paghetta settimanale può essere aumentata perché aumentano i bisogni dei bambini con l'età. Introducete, insieme ai figli, un secondo barattolo che sarà destinato ai risparmi. Il primo barattolo servirà a soddisfare i bisogni più immediati, quelli fondamentali. Il secondo servirà ad accumulare i risparmi che saranno spesi nel medio termine ( 4 o 5 mesi anche un anno ) per acquisti più onerosi.
IMPORTANTE: lasciate i vostri figli liberi di sbagliare. Se spendono tutto il primo giorno che ricevono la paghetta non rimproverateli, impareranno a gestirsi da soli.
Fase 3 - scuole superiori
Obiettivo: insegnare il valore dell’investimento e del lungo termine
La paghetta può essere più sostanziosa ma, dovrà essere mensile. In questo modo renderete i figli più responsabili.
Introducete un terzo barattolo in cui finiranno i risparmi destinati a spese di lungo termine. I risparmi in questo barattolo dovranno essere incentivati con degli interessi mensili. Se vostro figlio decidesse di accantonare 10 € al mese in questo barattolo voi genitori aggiungete il 10% ( 1 euro ). Il mese successivo saranno così 21 € e aggiungendo un ulteriore 10% ( 2,1 € ) diventeranno 23,10 euro.
I ragazzi in questo modo impareranno a sacrificare parte dei loro risparmi per acquisti futuri. Un ulteriore barattolo può essere aggiunto per la quota di risparmi che possono essere destinati al dono, alla solidarietà. Aiutate i figli a definire le priorità ma lasciateli liberi di scegliere le loro.
In quest’ultima fase diventa opportuno coinvolgere i figli nelle vostre scelte finanziarie passate. Se negli anni precedenti avete costruito dei piani di accumulo, per i loro studi universitari , ora è l’occasione giusta per metterli al corrente.
Sottoscrivete insieme a loro un fondo pensione per aiutarli in un obiettivo di lunghissimo termine. Ricordate che i nostri figli inizieranno sempre più tardi a lavorare e i contributi ai fini pensionistici scarseggeranno. Prima inizieranno a contribuire ad un loro fondo per la pensione e meglio sarà.
Rendeteli partecipi, sdoganate quella visione antica e becera dei soldi brutti e sporchi. Le nuove generazioni sono inclini a ricevere consigli, buoni consigli.
Raccontate loro la fatica che avete fatto per metterli da parte. Insegnate loro la giusta importanza del risparmio e ve ne saranno grati per sempre. Crescerete così adulti parsimoniosi che in un mondo alla costante ricerca di un falso bisogno non è affatto poco.